lunedì 21 luglio 2014

Sangue mio - Davide Ferrario

"[…] ci son momenti che la vita ti si presenta così, insensata al massimo, e lì, vorrei proprio saper come, mi è venuto da piangere.
Non che abbia pianto davvero, è stato come se a una macchina parcheggiata in discesa gli togliessero il freno a mano, e quella va giù, prima piano e poi senza fermarsi. E in fondo alla discesa c'è una bella scritta grande, come nei tribunali, che dice:
IL MONDO È ROBA DA PIANGERE. Il più delle volte te ne dimentichi perché ti costringono e anche perché viene più comodo, certo, ma il momento prima o poi arriva, sicuro come la morte. E il momento era proprio quello.
Così ho cominciato ad arrovellarmi inseguendo le immagini dietro il finestrino.
Una su un terrazzo che ritirava i panni.
Quattro ragazzi che calciavano un pallone in campo.
Quelli fermi a un passaggio a livello. Aspettano, il tempo non gli passa mai e poi il treno arriva, una sferragliata di un secondo e via, persi di nuovo per sempre, loro e anche quelli sul treno. […] Via, tutto andato, come una fotografia che si stinge col passare degli anni. […] neanche le lacrime pare che ti appartengano più."

Nessun commento:

Posta un commento